Il contatto


La mia breve riflessione scaturisce dalle recenti lezioni cui ho partecipato all'interno di uno stage con Sylvia Stoessel. 

Due volte l'anno a partire da settembre 2010 lavoro con questa sensibile Maestra con la quale la maggior parte delle volte ho montato il mio purosangue grigio approfondendo, in questa e altre occasioni, la "lezione alla gamba" nelle sue diverse declinazioni.

Quest'ultima volta invece, ho avuto l'opportunità di portare un giovane cavallo di sei anni, piuttosto spaventato da un precedente uso scorretto della mano. E' stata un'occasione fantastica per riscoprire l'importanza del contatto che tanto e troppo spesso è dato per scontato.

Contatto non significa tirare, contatto è comunicazione attraverso le redini che si fanno sentire nella bocca del cavallo con non più del loro stesso peso.

Molte volte l'ho sentito dire, troppo poco l'ho visto insegnare.

Del resto però, senza la fiducia nel contatto il cavallo non può prendere l'imboccatura tendendo le redini e conseguentemente, non sarà possibile nemmeno iniziare ad insegnargli il corretto uso della schiena.

Personalmente ho trovato molto difficile, quasi un esercizio zen, il riuscire a mantenere la stessa fine tensione delle redini anche quando il baio in questione alzava a sproposito la testa per poi allungare il collo torcendolo come una giraffa. Eppure questo sentire è la conditio sine qua non per iniziare un lavoro corretto sulla sua muscolatura, il punto di partenza per la sua fiducia e collaborazione negli esercizi futuri.

Contatto e tatto, quasi un gioco di parole.

Sentirsi come elefanti in una cristalleria e lavorare ogni giorno per diventare farfalle.